L’istituzione della Denominazione di Origine Controllata (DOC)

Nonostante i tanti cambiamenti in corso, in questa fase il vino in Italia ha ancora una funzione più alimentare che edonistica.

Ciò comporta anche una forte segmentazione produttiva e commerciale: da una parte zone che puntano su grandi quantità vendute a basso prezzo, dall’altra distretti che per ragioni orografiche, geo-climatiche e agricole si identificano soprattutto con vini di pregio ad alto valore aggiunto.

È precisamente il caso del Chianti Classico, che vede accrescere ancora il suo prestigio sui mercati anche grazie all’istituzione della Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1967. Un riconoscimento che dà ulteriore impulso allo sviluppo del comprensorio, creando i presupposti per la sua attuale configurazione: si amplia la piattaforma viticola e ampelografica, aumenta il numero delle aziende produttrici, alle cantine storiche del territorio si affiancano numerosi progetti innovativi.

Realtà anche molto diverse tra loro per dimensioni, collocazioni geografiche, ispirazioni stilistiche, che cooperano all’interno del Consorzio Vino Chianti Classico – così ridenominato nel 1968 – nel comune obiettivo di illuminare al meglio attraverso i propri vini la vocazione di un territorio unico al mondo.